tontolini va in olanda

Di come l'eroe della commedia italiana del cinema muto finisce per caso tra i canali e le piattezze dei Paesi Bassi e fra mille peripezie ne combina delle belle pur di tornare dalla sua amata, nella bella Italia dell'arte.

mercoledì, novembre 22, 2006

ROSSO LEGGERO


Sesso. O come dicevan tutti cesso. Non che sia un argomento nuovo quello della prostituzione e della mercificazione del sesso, ma dopo più di tre mesi di permanenza qui mi devo pur inventare qualcosa da scrivere su sto blog. Il quartiere a luci rosse, o Red Light District, è un luogo estremamente famoso ad Adam. Diciamo che, assieme ai coffee shop è quello che rende la città più attraente, che la caratterizza, che le dà quel tono di colore e di trasgressività che la distingue dal resto delle capitali europee. Ovviamente questo è vero per i turisti, non per chi qui ci vive. Ed ovviamente è vero solo per i turisti sprovveduti, dal momento che ormai quasi tutte le grandi città dell'europa centrale ed orientale si sono munite di questo tipo di attrazioni. Mi è capitato di passare in questo quartiere da solo 2 volte da quando sono qui. In bici e di pomeriggio. Il resto delle visite le ho fatte per accompagnare i miei turistici amici o farmi accompagnare come un turistico amico. Certo, nulla da eccepire: se si viene qui è impossibile non fare un giro nel quartiere. Se non altro, almeno per sapere come sembra. Purtroppo non posso aggiornarvi sui prezzi precisi, ma mi hanno detto che con 15€ si può arrangiare qualcosa, soprattutto se sei con un'altra donna e sono loro a chiamarti. E la cosa capita spesso. (Mi dispiace Brillìo. Ti prometto che cercherò di reperire informazioni più dettagliate in vista di una tua futura visita, che, ci tengo a sottolineare, aspetto con viva inquietudine) Al centro del quartiere c'è una stupenda chiesa protestante del 1600, la Oude Kerk (o Chiesa Vecchia), che si fregia anche di una associazione sindacale e di sostegno delle prostitute, ospitata all'interno della sua struttura. Senza voler assumere posizioni che possano apparire bigotte, è un fatto oggettivo che lo squallore, nella città vecchia, nel pieno centro di Adam, si respiri ad ogni passo. Sono tutte ragazzine, spesso dell'europa dell'est o dell'africa, quelle che lavorano esponendosi in vetrina al ludibrio ed allo scherno del pubblico, dei passanti dei turisti. Non sono belle storie le loro, come le storie di tutte le prostitute del mondo, vittime di uno sfruttamento millenario dell'uomo sulla donna. Ma... c'è un ma. La tradizione storica, che esiste dietro questo singolare quartiere e che, durante la nascita ed il repentino svilppo della città, si è allargato ed esteso da una sola via ad un intero quartiere, è da sempre legata al turismo: gli uomini d'affari, fin dai primi del XVII secolo, venivano a soggiornare fra il porto vecchio e le botteghe dei mercanti, dove venivano accolti in pensioni ed ostelli che offrivano particolarissimi intrattenimenti, alimentando e dando da mangiare ad una larghissima fetta della popolazione che viveva di un tipo di mercantilismo meno istituzionale, diciamo. Dopo gli affari il piacere, che erano comunque affari. Non è cambiato molto l'aspetto della città: i turisti sono ancora in molti casi degli affaristi e dei mercanti, ed alla loro categoria si è solo aggiunta quella degli ingenui globalizzati in cerca di fica e turismo sessuale. In cerca, come diceva un mio amico italiano di qui, di esperienza. Ma... c'è un ma, dicevo: perchè al di là dello squallore e della discutibile tradizione sciovinista e maschilista che alimenta questo sistema, che di certo non può essere modificata con un paio di arresti e di multe, io sono assolutamente d'accordo. Non perchè trovo il meccanismo di 30€ (o 15) bocca, fica, culo - e sottolineo meccanismo - socialmente utile o empiricamente remunerativo. Non perchè quando, maschio 100% latino, passi in mezzo alle vetrine, alcune delle quali espongono delle bellezze paranormali, coperte a malapena, il feticismo imperante in ogni dove provoca un brivido di eccitazione (il che sarei sciocco se non dicessi che avviene). E nemmeno, come alcuni stanno pensando dirò, perchè le ragazze in questo modo sono assistite sanitariamente e legalmente, tutelate dal governo e pensionabili, perchè paganti contributi all'ufficio delle tasse cui sono regolarmente iscritte. No. Ma, molto più egositicamente, perchè il riconoscimento del fenomeno e il favorirlo equivale al riconoscimento di un fenomeno contraddittorio irrisolvibile: la società benpensante predica la redenzione e il boicottaggio di un sistema di mercificazione sessuale, ma essa ne è l'artefice e la generatrice. Ancora, parlando di nicchie di attrito, nei quali i sistemi scricchiolano e sono maggiormente sgretolabili, attaccabili e cedevoli, la prostituzione è da sempre il frutto di una cultura sessista. Ma un tempo era legata al sistema schiavistico. Da quando esiste il Borgo le cose sono andate cambiando. Ora la si definisce una professione, nei paesi più civili. Civili perchè riconoscono le contraddizioni della civiltà occidentale, e perchè non tentano di sopprimerle, ma provano a conviverci, nel rispetto di chi con questo attrito ci vive. In Italia la prostituzione non c'è, vero? Non c'è perchè non è un fenomeno italiano. Non è un fenomeno civile, ma proviene da un mondo di inciviltà ed immoralità, che troppo spesso tendono a essere fatte collimare, come definizioni. Io invece mi trovo a dover contraddire questo assunto: la prostituzione è senza dubbio l'apice della civiltà democratica occidentale, e quanto più il fenomeno è massificato ed immorale, tanto più esso definisce il grado di civiltà di una cultura. Ovviamente con esso molti altri sono gli indici possibili. Riconoscerlo significa renderlo parte di una cultura in via istituzionale ed introiettare suddette contraddizioni nelle istituzioni. Significa istituzionalizzare le contraddizioni sociali, per cercarne il superamento. Gli olandesi vanno molto poco a puttane. E non fumano molte canne. Molto meno degli italiani, per esempio, che invece vengono qui a farlo (portando una barca di soldi nelle tasche degli olandesi). Se anche noi fossimo capaci di accettare ed istituzionalizzare le contraddizioni sociali e culturali potremmo farne una ricchezza. In Italia, invece, si istituzionalizano le aberrazioni della democrazia e del capitalismo, come la corruzione, la politicizzazione capillare, la criminalizzazione e la monopolizzazione dei servizi. Noi siamo avanti, siamo già più che rivoluzionari, siamo postreazionari. Siamo già un passo oltre e amiamo mostrare del capitalismo solo l'essenza disumanizzante e freak, per mostrare al mondo, un po' così, che viviamo in un sistema socio-economico fallace veramente, ma serio, ma veramente te lo giuro a me mi puoi credere se te lo dico veramente! Solo che nessuno ci da retta... nemmeno noi. Siamo più avanti persino di noi!